Descrizione
Il monumento che Amalfi dedicò ai suoi caduti nelle due guerre mondiali ritorna al suo antico splendore dopo un certosino intervento di restauro. Ma soprattutto sarà restituito alla Città nella nuova collocazione prevista dal progetto di riqualificazione di Piazza Municipio voluto dall’Amministrazione Comunale, guidata dal Sindaco Daniele Milano.
La presentazione del restauro del monumento a cippo, rivestito da blocchi di pietrarsa e dalle lapidi in marmo bianco con l’iscrizione dedicatoria ed i nomi dei soldati periti nelle due guerre, avverrà giovedì 4 novembre 2025, in occasione delle celebrazioni per la Giornata dell'Unità Nazionale delle Forze Armate che si celebrerà proprio a Piazza Municipio alle ore 12. Dopo la sfilata della banda musicale di Pellezzano, seguirà la cerimonia di deposizione della corona di alloro alla quale sono invitati a partecipare tutti i cittadini.
«Il monumento ai caduti è un bene culturale che appartiene alla nostra città. - racconta il Sindaco Daniele Milano in un video sui social - Realizzato tra il 1926 e il 1927, ha trovato una nuova collocazione nell’ambito dei lavori di restyling di Piazza Municipio e con essa anche una nuova nuova centralità. Le condizioni erano particolarmente ammalorate: le pietre, le lapidi e i bronzi erano intaccati dagli agenti atmosferici. Per questo motivo abbiamo investito 108mila euro provenienti dalla imposta di soggiorno per il restauro del nostro monumento, realizzato per commemorare i caduti di Amalfi nel corso della prima guerra mondiale. I loro nomi sono impressi nella lapide centrale più grande mentre una seconda lapide fu aggiunta per commemorare i caduti nel corso della seconda guerra mondiale. Ora, siamo prossimi a svelare i risultati di questo restauro e lo faremo il 4 novembre nel corso della cerimonia dedicata all’unità nazionale e alle forze armate».
Commissionato negli anni Venti del secolo scorso, il monumento subì già un primo spostamento: dalla zona del porto, dove inizialmente era situato, alla collocazione odierna. A disporlo fu l’architetto Enrico Sangermano che modificò il progetto in quello del monumento attuale fatto in pietra lavica vesuviana posta a blocchi in sovrapposizione che rastremano progressivamente verso l’aquila e il tripode con la lanterna.
«Sul monumento, che presentava una condizione di degrado uniformemente diffusa, - sottolinea Enza Cobalto, consigliera delegata ai Beni culturali - è stato operato un intervento su tutte le superfici sia lapidee che metalliche attraverso un ciclo completo di opere che dalla pulitura alla protezione serviranno a garantire la conservazione del monumento per i prossimi decenni. Particolare cura è stata adoperata per garantire un corretto deflusso delle acque meteoriche attraverso puntuali linee di scorrimento e sigillando le fughe tra gli elementi lapidei per rendere impermeabili le superfici orizzontali con una maggiore concentrazione di protettivo».
L’intervento ha riguardato anche la totalità dei materiali metallici, tutti in bronzo, e in particolare sulle superfici ove si sono riscontrati depositi coerenti di prodotti di corrosione e per il dilavamento dovuto al continuo passaggio di acque meteoriche. La pulitura ha avuto l’obiettivo di mettere in luce la “patina nobile” della superficie metallica ed è stata affrontata con prodotti e tecniche efficaci utili alla rimozione dei depositi. Tra gli interventi di restauro eseguiti, anche quello strettamente connesso alla necessità di restituire la leggibilità delle iscrizioni e dei nomi riportati sulle lapidi.